I Dispositivi di sicurezza – Parte prima

Dal primo momento in cui fu usata un’arma da fuoco, sia l’utilizzatore sia il costruttore si resero conto che sarebbe stato necessario investire tempo e denaro nello studio e sviluppo di sistemi di sicurezza per evitare spari accidentali, non voluti sia contro i nemici ma soprattutto contro gli alleati o addirittura contro malcapitati.

Con le prime armi da fuoco un colpo partito a vuoto o involontariamente era un incidente all’ordine del giorno e fu per questo che gli armaioli ma soprattutto i progettisti di armi si adoperarono per sviluppare sistemi di sicurezza sempre più semplici e funzionali.

Lo Scodellino con coperchio scorrevole

Possiamo dire che questo sistema fu il modo più immediato per rendere un’arma da fuoco sicura, ed il sistema derivava dall’idea di chiudere il sistema di accensione in modo tale che le scintille non potessero raggiungere la polvere da sparo.

Tale principio fu applicato già con le prime armi equipaggiate con acciarino a ruota semplicemente perché risultava essere il modo più semplice per collegare la copertura con lo scorrimento orizzontale sopra lo scodellino di innesco.

 Per sparare, la copertura veniva spostata manualmente, permettendo alla pietra focaia di abbattersi sulla ruota zigrinata. Nei modelli successivi l’apertura del coperchio fu collegata direttamente con la messa in tensione del cane e quando questo veniva tirato indietro, la copertura dello scodellino d’innesco si spostava di lato meccanicamente. Abbiamo già parlato di questo sistema anche tra le innovazioni che hanno permesso alle armi di essere più affidabili, infatti tale sistema serviva anche per proteggere la polvere da sparo durante le intemperie e dunque conservare asciutta la polvere da sparo, quindi alla fine con un singolo sistema si è riusciti a porre rimedio a vari problemi contemporaneamente.

La Copertura pivotante

Sempre relativamente alle armi a pietra focaia, ed in particolar modo relativamente alle coperture degli scodellini, si trova una derivazione molto famosa ed è quella delle coperture pivotanti. In questo caso, il coperchio serviva anche da piastrina d’acciaio che veniva colpita dal pezzetto di pietra focaia per creare la scintilla. Il tiratore, in questo caso, poteva mettere in sicurezza la sua arma facendo ruotare manualmente di un quarto di giro la piastrina d’acciaio verticale e così facendo si impediva al cane con pietra focaia di toccarla.

In quella posizione era impossibile provocare una scintilla e l’arma, dunque, non poteva sparare.

Lo Scodellino pivotante

Il passo successivo fu quello di costruire gli scodellini pivotanti, sistema in cui la piastrina serviva anche da coperchio. Lo scodellino d’innesco stesso era posto in una sorta di cilindro con un ingranaggio che poteva essere fatto ruotare manualmente e, per mettere l’arma in sicurezza il tiratore doveva far ruotare l’ingranaggio, impedendo alle scintille di cadere involontariamente nella polvere di innesco.

Il Dente d’arresto

L’antenato più simile ai sistemi moderni di sicurezza è quello del dente d’arresto scorrevole che fu messo a punto in Inghilterra. In questo sistema il tiratore per prima cosa doveva tirare indietro il cane per metterlo in tensione, poi poteva bloccarlo con una sorta di dente che si trovava sulla piastra e subito dietro il cane stesso. Infine, per poter sparare, il tiratore doveva prima sbloccare questo dente che svincolava a sua volta il cane permettendogli il suo movimento normale. Un altro esempio di dente d’arresto scorrevole si vede nelle pistole inglese “Twigg”, a canna multipla, qui i coperchi dei due scodellini di innesco possono essere aperti indipendentemente l’uno dall’altro e bloccati da un dente d’arresto che si trova sul collo del calcio. Quando un cane o entrambi, veniva posizionato a “mezza monta”, questi veniva bloccato dal dente d’ arresto che faceva scattare una tacca alla sua estremità.

La sicura a mezza monta

La sicura “mezza monta” era il sistema più diffuso per le armi da fuoco dell’epoca.

Questo sistema funzionava in maniera molto semplice a prima vista, Sulla parte terminale del cane o del martelletto c’erano due tacche, la prima delle quali più larga e profonda, quando il martelletto era a mezza monta, il blocco che lo collegava al grilletto si incastrava nella prima tacca ed a quel punto il martelletto veniva trattenuto rimanendo bloccato.

Per poter fare fuoco, il tiratore doveva prima alzare il martelletto, ciò permetteva al blocco di scivolare fuori dalla posizione di sicurezza e sistemarsi all’altezza della seconda tacca, più piccola, quella della posizione di fuoco. Essendo questa tacca più piccola e meno profonda, il grilletto era in grado di togliere il blocco proseguendo verso l’azione di fuoco.