I sistemi di sicurezza – Parte seconda

Le impugnature con il congegno di sicurezza integrato.

L’applicazione alle pistole del congegno di sicurezza in maniera quasi commerciale e comune alle pistole è iniziata con ventesimo secolo, ne è un esempio molto più che famoso la Colt 1911. Bisogna dire però che questo sistema era già in uso dal 1700 e si ricorda in alcune produzioni austriache come il fucile “Maurer”, sul quale uno spinotto di sicurezza viene adattato al sostegno del grilletto caricato a molla, se dunque il grilletto non viene premuto in modo adeguato, il martelletto rimane scollegato dal grilletto.

Sicura a Luminello

Se nei primi secoli si era capita l’importanza delle sicurezze e si era scatenata una vera corsa alle soluzioni più efficienti ed economiche, anche nell’era dei nuovi sistemi a percussione, la cosa era sentita e vista come importante. Uno dei primi sistemi “moderni” si basava sullo stesso principio adottato nel periodo della pietra focaia: semplicemente, impedire all’ innesco di innescarsi.

1 – luminello
Nerijp, CC BY-SA 3.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0, via Wikimedia Commons

Il modo più semplice era quello di evitare che si producesse una scintilla: per fare ciò, veniva applicato un altro braccio di sicurezza alla piastra dell’acciarino e su questo veniva montata un’altra capsula che doveva cadere sopra la capsula a percussione. Se il martelletto scattava in avanti, la capsula a percussione risultava così protetta da non essere colpita.

Un altro sistema simile era costituito da un lungo braccio detto di “sicurezza” che andava molto oltre il luminello servendo quasi da meccanismo a mezza monta. Questo sistema aveva alcuni vantaggi tra i quali la capsula a percussione che veniva bloccata dallo stesso braccio e la qual cosa derivava dalla necessità di evitare rotture o spari accidentali durante corse o cavalcate. Un’ altro vantaggio era relativo alla sua semplicità, infatti, per andare a fuoco, il tiratore non doveva far altro che alzare completamente il martelletto e spostare il braccio di sicurezza, questo liberava i meccanismi e il fucile poteva sparare.

Il Dente d’arresto del cane

Nel tempo i progettisti ed i fabbricanti di armi hanno inventato infiniti sistemi di sicurezza e molti di questi nascevano dalla mera esigenza di trasportare un’arma carica ma in sicurezza. La funzione di molti di questi sistemi era bloccare il cane affinché non raggiungesse la capsula a percussione permettendo comunque l’uso e l’attivazione dell’arma in pochi istanti. Nel tiro sportivo dell’epoca che era niente di più che un tiro statico al bersaglio, o per il duello, non era così importante che l’arma potesse essere usata velocemente, ma in ambito militare o nella caccia era fondamentale.

In questo sistema, dunque, veniva montato un dente d’arresto sulla piastra che, nella maggior parte dei casi, era manovrato manualmente, per arrivare a bloccare il cane in mezza monta permettendo cosi il trasporto in sicurezza dell’arma carica.

In alcune versioni, a volte si poteva trovare una manopola sul dente d’arresto della sicurezza che serviva per maneggiare meglio l’arma e questo dava un aspetto simile a una sorta di manovella al dente d’arresto, soprattutto delle armi ad uso militare che dovevano essere impiegate in condizioni spesso problematiche, il cane veniva poi bloccato attraverso un sistema di sicurezza più solido ed in questo caso il dente d’arresto poteva somigliare a una sorta di gancio appunto.

Quando l’arma era in mezza monta, il gancio della sicura veniva fatto scivolare in avanti e il cane veniva rilasciato leggermente in modo che il gancio potesse incastrarsi con una tacca alla sua base. Per togliere la sicura, il tiratore doveva per prima cosa tirare tutto il cane indietro e successivamente tirare indietro anche il gancio della sicura per liberare nuovamente il cane.